lunedì 4 febbraio 2008

IL RITORNO DEGLI UOMINI BOMBA


Un attentatore suicida si è fatto esplodere in un centro commerciale della città di Dimona, nel sud di Israele. Un secondo kamikaze sarebbe stato ucciso prima di farsi saltare in aria. Almeno tre i morti: si tratta dei due terroristi e di una donna israeliana. Una quindicina i feriti. Rivendicazioni sono giunte dai martiri di al-Aqsa e dalla Jihad islamica. A Dimona è insediato il Centro di sviluppo del programma nucleare israeliano.

Nell'ospedale di Beer Sheba sono ricoverate 15 persone fra cui un israeliano definito ''in fin di vita''. Il ministro della difesa Ehud Barak sta per raggiungere Dimona per rendersi conto di persona dell'accaduto. Il premier Ehud Olmert non ha ancora commentato gli ultimi eventi. Una fonte nel suo ufficio ha rilevato che ''si tratta di un episodio grave, ma prevedibile''. Si tratta del primo attentato in Israele dopo la conferenza internazionale per la pace israelo-palestinese tenutasi lo scorso novembre ad Annapolis, negli Stati Uniti.

Secondo la radio militare, uno dei due attentatori palestinesi sarebbe stato ucciso dagli spari di un ufficiale israeliano: il corpetto che indossava non è ancora esploso e artificieri hanno sgomberato la zona. "Abbiamo udito una forte esplosione e visto la gente che correva", ha raccontato un negoziante, "ho visto volare brandelli di carne umana".

L'attentato è stato rivendicato dalle Brigate dei martiri di al-Aqsa (al Fatah) con una telefonata anonima ad una agenzia di stampa palestinese. Il loro portavoce affermava di parlare da Gaza. La televisione commerciale israeliana Canale 10 ha appreso di un volantino di rivendicazione che sarebbe firmato congiuntamente dalle Brigate al-Aqsa e dai Comitati di resistenza popolare. Secondo la radio militare, un'altra rivendicazione sarebbe giunta nel frattempo dalla Jihad islamica.

Il movimento di resistenza islamico Hamas, che a giugno scorso assunse il controllo della Striscia di Gaza e ha costretto il presidente palestinese Abu Mazen a riparare nella Cisgiordania occupata, ha commentato l'attentato dicendo che si è trattato di "un atto eroico" e "la naturale risposta ai crimini commessi dall'occupazione".

In questa fase l'episodio viene collegato direttamente all'abbattimento della barriera di confine fra Gaza ed Egitto che, secondo i servizi segreti israeliani, ha consentito nelle ultime due settimane l'ingresso di numerosi terroristi nel Sinai egiziano e dunque in una zona non lontana geograficamente da Dimona. In seguito all'attentato, Israele deve ''sospendere i negoziati politici con l'Anp'' e rafforzare le difese lungo il confine con l'Egitto, ha affermato il ministro Ely Ishay, leader del partito ortodosso Shas.

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