lunedì 11 febbraio 2008

CON DANNATI


Il Pentagono ha annunciato ufficialmente l'incriminazione di sei presunti terroristi detenuti a Guantanamo per l'attacco agli Stati Uniti dell'11 settembre 2001, che provocò la morte di 2.973 persone. Per tutti e sei è stata chiesta la condanna a morte. Tra questi c'è la cosiddetta mente degli attentati, Khalid Sheikh Mohammed. L'uomo, di nazionalità pakistana, ha dichiarato di aver pianaficato ogni aspetto di quell'azione criminale.
Il formale rinvio a giudizio dei prigionieri avverrà lunedì prossimo: i sei saranno processati di fronte agli speciali tribunali militari della base e non potranno essere rappresentati da legali indipendenti. Lo ha reso noto il portavoce del Pentagono Bryan Whitman. Pesantissime le incriminazioni: omicidio e crimini di guerra. I legali del Pentagono chiederanno la condanna alla pena capitale per responsabilità nell'omicidio di circa tremila americani negli attentati di sei anni fa. Attentati che cambiarono il mondo
"Il Pentagono ha lavorato con grande impegno per completare il fascicolo di accuse contro individui coinvolti in uno dei più orribili atti di violenza e di terrorismo mai commessi contro gli Stati Uniti e i loro alleati - ha detto Whitman - il team legale ora è pronto a passare alla prossima fase per il processo".
Il New York Times ha citato i nomi degli altri prigionieri, si tratta di Mohammed al Qahtani, l'uomo che il Pentagono considera il ventesimo dei dirottatori dell'11 settembre 2001, Ramzi bin al Shibh, il principare intermediario tra i kamikaze e la cupola di Al Qaeda, Ali Abd al Aziz Ali, noto come Ammar al Baluchi, un nipote di Khalid Sheikh Mohammed e suo luogotenente nell'operazione del 2001, un collaboratore di al Baluchi, Mustafa Ahmed al Hawsawi e Walid bin Attash, noto come Khallad: secondo gli inquirenti ha addestrato alcuni componenti del commando di Al Qaeda.
A quanto ha dichiarato il Pentagono, sarà il tribunale militare a decidere quali prove saranno ammesse in giudizio, ma vi sarà "poco" che rimarrà coperto dal segreto d'ufficio.

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