martedì 19 febbraio 2008

CASTRATO


Fidel Castro, da tempo malato, ha annunciato di rinunciare alla presidenza di Cuba. "Non ambisco né accetterò, ripeto, non ambisco né accetterò la posizione di presidente del Consiglio di Stato e comandante in capo", ha scritto Castro, 81 anni, al potere da quasi 50. L'annuncio del lìder maximo avviene 19 mesi dopo che un intervento chirurgico intestinale lo aveva costretto a cedere temporaneamente il potere al fratello Raul.
Annunciando la sua decisione tramite l'edizione elettronica di Granma, l'organo ufficiale del regime, Fidel Castro ha annunciato ufficialmente la sua rinuncia al ruolo di presidente di Cuba, carica che ha esercitato finché la malattia non l'ha allontanato dal potere.
Da diversi mesi Fidel si esprime regolarmente dalle colonne della stampa ufficiale, fornendo il suo punto di vista su diversi argomenti internazionali. Due giorni fa aveva alimentato le attese sul suo futuro politico, suggerendo in un articolo pubblicato sulla stampa locale, di avere in preparazione un annuncio ''di grande interesse''.
''Nella mia prossima riflessione - aveva scritto sul quotidiano Granma - affronterò un argomento di grande interesse per molti compatrioti, ma non voglio per ora anticiparne nulla''.
Il 24 febbraio è fissata la riunione del Parlamento cubano che dovrà designare i membri del Consiglio di Stato, il più alto organismo esecutivo dell'isola, e il suo presidente. Cosi Castro sottolinea che ora ''è venuto il momento di eleggere il Consiglio di Stato, il suo presidente, il vicepresidente''.
''Ho avuto l'onore di questa carica per molti anni dopo la nuova costituzione del 1976 - ha scritto ancora rivolgendosi ai suoi concittadini con toni affettuosi - . Conoscendo il mio stato di salute critico, molti pensavano all'estero che la rinuncia provvisoria alla carica di presidente del Consiglio di Stato il 31 luglio 2006 che ho lasciato nelle mani del primo vicepresidente Raul Castro Ruz, fosse definitiva''.
"Fortunatamente il nostro processo conta ancora su quadri della vecchia guardia, uniti ad altri che erano più giovani quando è cominciata la prima tappa della Rivoluzione''. ''Il cammino - ha proseguito - sarà difficile e richiederà lo sforzo intelligente di tutti''.
La lettera si chiude con la promessa che non si ritirerà a vita privata: ''Non vi dico addio. Spero di combattere come un soldato delle idee. Continuerò a scrivere sotto il titolo ''Riflessioni del compagno Fidel''. La mia voce forse verrà ascoltata, saro' prudente''. Il messaggio è firmato di suo pugno e ha la data del 18 febbraio.

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