mercoledì 23 gennaio 2008

LA STORIA INFINITA

Buonasera a tutti.

L'argomento di ieri, anche se non è rientrato l'allarme, lo possiamo per il momento tenere in disparte perchè ciò che sta accadendo in una zona tormentata da sempre, è veramente grave.

Prima di passare alla situazione di Gaza, segnalo una notizia che voglio riportare, in attesa che si scopra cosa realmente comporti (può anche essere uno scherzo, o uno sbaglio).

La sonda lanciata dalla Nasa su marte ha scoperto una curiosa forma che ci fa subito pensare a un alieno.

La notizia sarebbe senzazionale ma appunto da verificare quindi non mi dilungo oltre e posto una prima foto, se ne riparlerà in seguito. Giudicate voi.




Torniamo quindi alla tragedia di Gaza, aldilà degli avvenimenti dei giorni scorsi, embargo, ospedali senza elettricità, scontri vittime e feriti, a cui purtroppo siamo ormai abituati, si è aggiunta oggi la notizia della fuga di decine, centinaia di migliaia di palestinesi in Egitto, distruggendo il muro al confine la prova che la situazione è insostenibile.

Posto un video che non lascia dubbi, e l'articolo tratto da "La Stampa".




Mubarak cede dopo l'abbattimento della frontiera. La crisi si regionalizza e Hamas chiede un vertice con Anp ed Egitto
Grazie al via libera di Mubarak, e alle cariche di tritolo che nottetempo hanno abbattuto la frontiera, dal confine di Refah oltre 350 mila palestinesi, secondo fonti Onu, si sono riversati dalla Striscia di Gaza in Egitto in cerca di cibo, benzina e sigarette. O anche di una via di fuga definitiva, poiché fra loro non manca chi si è portato dietro tutto ciò che possedeva. Il presidente egiziano Mubarak ha detto che le forze di sicurezza egiziane hanno «accompagnato» i palestinesi di Gaza «che subiscono una carestia a causa del blocco israeliano... ho detto loro di lasciarli entrare, sempre che non portino armi, perchè possano mangiare e acquistare prodotti alimentari e poi tornare a casa». Anche se il governo egiziano sta cercando una difficile equidistanza - Mubarak ha criticato Hamas che «sta concedendo a Israele l’opportunità di un’escalation della situazione» - la regionalizzazione del problema appare ormai inevitabile. Voluta anche da Hamas che esportando la crisi in Egitto, secondo l’analista Issam Nassar: «ha inviato un messaggio a tutti i leader arabi avvisandoli che non accetterà la disfatta senza reagire e che, se non ci sarà un intervento esterno su Israele, la questione di Gaza diventerà l’argomento del giorno nelle capitali della regione». L'offensiva è iniziata anche sul fronte diplomatico, con la richiesta del leader di Hamas ed ex premier Ismail Haniyeh, di «un incontro urgente» con Abu Mazen e i leader egiziani per ottenere una riapertura dei valichi «sulla base di una partecipazione nazionale» alla decisione. Un segnale a Fatah che sembra aver prodotto per ora almeno un risultato. Abu Mazen oggi ha condannato il blocco imposto da Israele alla Striscia senza far menzione di Hamas e del lancio di missili. Da parte israeliana l'apertura del confine egiziano è stata commentata freddamente dal portavoce del ministero degli Esteri, Arye Mekel. «La responsabilità del corretto funzionamento della frontiera - ha sottolineato - è dell’Egitto, come dicono gli accordi siglati». Pertanto Israele «si aspetta che gli egiziani risolvano il problema». Malgrado le rassicurazioni infatti, chi e che cosa stia passando in queste ore da Rafah è tutt'altro che certo. Israele teme, o piuttosto è certo che si tratti anche di armi e guerriglieri, in entrata e in uscita. Intanto, dopo l'apertura di ieri, con la consegna, dopo cinque giorni di chiusura dei valichi, di 700mila litri di carburante destinati alla centrale elettrica della Striscia e di cibo e medicine, ha di nuovo interrotto ogni comunicazione. Una chiusura che, nelle intenzioni, potrebbe diventare permanente.

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